Da Gerusalemme a Roma, fino a Manoppello, il lungo viaggio del Volto Santo
Il Cammino del Volto Santo nasce ripercorrendo la storia, in particolare l’ultimo tratto del lungo percorso che ha portato l’immagine archiropita (fatta da mano umana) del Volto di Cristo da Gerusalemme a Roma e poi fino a Manoppello.
Un percorso che costeggia l’antica via consolare Tiburtina-Valeria di collegamento fra Roma e l’Abruzzo, fino a giungere al Comune di Manoppello (PE) e alla Basilica del Volto Santo.
Ma come è arrivato il Volto Santo a Manoppello?
Secondo l’autorevole studioso Padre P. Heinrich Pfeiffer, “ Il Volto Santo ha fatto il suo viaggio …. da Gerusalemme a Efeso, da Efeso a Camulia in Cappadocia, da Camulia a Costantinopoli, da Costantinopoli alla Cappella Sancta Sanctorum del palazzo lateranense, da qui alla Cappella della Veronica in San Pietro in Vaticano, infine al Santuario di Manoppello. Durante questi viaggi lo stesso oggetto, sempre secondo la nostra ipotesi, ha cambiato nome diverse volte: da immagine 'acheiropoietos' di Camulia, a 'prototypos', a 'acheropsita' e 'Volto Santo' della Cappella Sancta Sanctorum, a 'Veronica' - parola composta con la parola latina Vera e la parola Greca icon (immagine) e finalmente di nuovo a ' Volto Santo ' in Manoppello. Questo percorso è una fondata ipotesi; l’identità del Volto Santo di Manoppello con la Veronica romana, però, è certezza.”
Sull’ultimo tratto del viaggio del velo della Veronica da Roma a Manoppello sono state formulate diverse ipotesi, ma ad oggi la versione documentata è quella raccontata nella “Relatione Historica” di Frate Donato da Bomba del 1640, racconto poi confermato da un atto notarile del 1646, che certifica la donazione del Velo ai padri cappuccini da parte del dottor Antonio de Fabritiis e narra che il Velo nel 1506 fu lasciato in dono da uno sconosciuto viandante al dottor Giacomo Antonio Leonelli, notabile di Manoppello, che sostava dinanzi alla chiesa di San Nicola. La famiglia Leonelli conservò la reliquia fintanto che Marzia Leonelli la vendette ad Antonio de Fabritiis. Il nuovo proprietario pensò subito a dare una sistemazione più conveniente al Velo, ridotto ormai in cattive condizioni, pregò perciò il padre Clemente da Castelvecchio di affidare all'arte di frate Remigio da Rapino la sua sistemazione in una cornice e, nel 1638, i cappuccini inserirono la reliquia nella loro chiesa, dove è tutt’ora conservata.
La storia del Volto Santo è ricca di eventi che hanno una importanza straordinaria per la cristianità, che fanno sì che sia venerato in moltissimi paesi nel mondo, una notorietà che è ancor più cresciuta in seguito alla visita di Papa Benedetto XVI, il 1º settembre 2006. Recatosi a Manoppello per venerare l'immagine del Volto Santo custodita dai cappuccini, il Papa ha poi elevato il santuario a Basilica minore.
Il Volto Santo all'origine del Giubileo
Un aspetto molto importante della storia del Volto Santo è il suo essere all’origine del senso stesso del Giubileo. Nel 1207, il Volto Santo acquistò notorietà quando fu mostrato ed esposto pubblicamente da Papa Innocenzo III, che garantì anche indulgenze a chiunque vi pregasse davanti. Questa ostensione, che avveniva in una processione tra la Basilica di San Pietro e la chiesa ed ospedale di Santo Spirito in Sassia situata a poche centinaia di metri di distanza, divenne un evento annuale importante e in una di tali occasioni, nel 1300, Papa Bonifacio VIII, fu ispirato a proclamare il primo Giubileo della storia. Durante questo Giubileo il Velo della Veronica fu mostrato pubblicamente e divenne una delle "Mirabilia Urbis" (meraviglie della Città) per i pellegrini che visitavano Roma. Per i successivi duecento anni la Veronica fu considerata come la più preziosa di tutte le reliquie cristiane.
Un percorso attraverso la Storia, la Cultura e la Spiritualità Cristiana
Il Cammino del Volto Santo si snoda attraverso 300 chilometri da percorrere attraverso un territorio dalle pregevolissime qualità ambientali ma anche di straordinario interesse storico e artistico.
Nell’area appenninica fra Lazio e Abruzzo le tradizioni e la cultura religiosa sono fortemente legate alla presenza di luoghi dello spirito, in particolare santuari, che costituiscono punti di forza come richiamo di flussi turistici motivati da interessi culturali/religiosi.
L’Abruzzo in particolare, è stata una delle prime regioni italiane a sperimentare l'impatto della cristianizzazione e del monachesimo benedettino e a questo fenomeno è connessa la presenza in di regione di molti centri d’interesse storico-artistico, religioso e culturale.
Ne sono testimonianza le splendide architetture religiose medievali collocate lungo tutto il Cammino : S. Clemente a Casauria (Castiglione a Casauria); S. Maria D'Arabona (Manoppello), Chiesa di San Giovanni Battista (Celano), Chiesa di Santa Maria della Vittoria (ruderi in Scurcola Marsicana); Chiesa di San Francesco (Tagliacozzo); Chiesa di Santa Maria di Cartignano (Bussi sul Tirino), Chiesa di San Nicola (Pescosansonesco)
L'Abruzzo ancora oggi custodisce preziose testimonianze architettoniche e documentarie che narrano i primi anni della diffusione del messaggio francescano, come si può vedere, nel Cammino nelle chiese di San Francesco ad Avezzano, Carsoli, Celano, Pescina Tagliacozzo, Alanno, Castiglione a Casauria, Popoli, nella Chiesa di San Domenico (già S. Francesco) in Tocco da Casauria.
Nel corso dell'Alto Medioevo, alla sacralità immemorabile delle rocce, delle acque e delle grotte si collegò, come esempio tipico della cultura religiosa in Abruzzo l'eremitismo. Testimonianze dei questo importante fenomeno sono le numerose grotte dedicate a Sant’Angelo (Carsoli, Castiglione a Casauria, Lettomanoppello), e gli Eremi :San Marco alla Foce (Celano); Eremo di San Venanzio (Raiano); Eremi di Santa Croce al Morrone, di Santa Maria al Morrone, di Sant'Onofrio (tutti nei pressi di Sulmona),
Il territorio abruzzese appare inoltre segnato in maniera diffusa e profonda dalla presenza di castelli e strutture fortificate disseminate nel suo paesaggio. Il Cammino incrocia architetture che rappresentano testimonianze della storia e della potenza delle più importanti famiglie feudali presenti sul territorio regionale come gli Orsini, il cui nome è legato ai castelli di Avezzano e Scurcola Marsicana, ma anche Castello dei Sangro ad Anversa degli Abruzzi, Castello Piccolomini a Celano; Castello dei conti di Celano, poi dei Cantelmo, a Ortona dei Marsi; Castello De Sanctis (Roccacasale); Castello di Carsoli che fu del conte dei Marsi e poi degli Orsini e dei Colonna; Castello di Musellaro (Bolognano); Castello Cantelmo (Popoli); Castello di Tocco da Casauria.