Colli di Montebove - Roccacerro

(m 990 s.l.m. – 42°05’ 05” N – 13° 09’ 28” E)

Frazione del Comune di Carsoli, con circa 300 abitanti, esteso sul versante sud del Monte Guardia d’Orlando dei  Monti Carseolani, caratterizzato dai ruderi del castello dei Conti dei Marsi (IX-X secolo), con la parte più antica collocata lungo il percorso romano della Tiburtina Valeria. Chiamato in epoca medioevale Colli Catena (da una catena che impediva il passaggio di merci e bestiame se non veniva pagava il pedaggio), fu un avamposto romano, dove Valerio Massimo fece passare la Tiburtina Valeria. Dal 591, sotto il re longobardo Agilulfo il paese finì come tutta la Marsica nel Ducato di Spoleto. Con l’arrivo dei Franchi passò alla famiglia Berardi, della quale viene ricordato S.Berardo dei Marsi, vescovo e cardinale, subendo incursioni di saraceni e ungari, sconfitti nel 916.

Tra le emergenze monumentali figurano: Chiesa di San Berardo; Chiesa di San Nicola, appare nella bolla di Papa Clemente III col nome di San Giovanni (presenta un prezioso affresco della Madonna del Rosario risalente al 1579); Chiesa della Madonna della Speranza; Chiesa di Sant'Antonio; Chiesa di San Rocco; Chiesa di San Vincenzo (o Madonna delle Rose), situata sulla via Valeria tra Carsoli e Colli; Grotta di Sant'Angelo.

Aree archeologiche: ruderi della torre del castello; in località tra Santa Lucia e Fontevecchia.  Una pietra miliare è stata trasferita dalla via Tiburtina Valera di Colli al sagrato della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Sorbo di Tagliacozzo.

Feste ed eventi nell’anno: 1° maggio, festa del patrono di Colli di Monte Bove, San Berardo (Colli di Monte Bove 1079 – Marsia 3 novembre 1130), le cui reliquie si conservano a Pescina, nella chiesa concattedreale di Santa Maria delle Grazie.

 

ROCCACERRO

(m 1138 s.l.m. – 42° 03’ 59” N – 13° 12.28’ 16” E) 

Roccacerro, chiamato nel medioevo Rocca Cerri o Rocca di Cerro, frazione montana, attraversata dalla Via Tiburtina Valeria, situato a 5 chilometri dal capoluogo Tagliacozzo (L’Aquila), a 23 chilometro circa da Avezzano, che si estende su un dorsale montano a 1138 metri di altitudine, dominata nella parte più alta dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli, importante monumento storico-artistic, con vista sul valico di Monte Bove e sulla Marsia. Feudo considerato un luogo di semplice passaggio è appartenuto per molti secoli alla famiglia Colonna, che fece costruire la chiesa di Santa Mara degli Angeli, nel 1700 circa, trasformando una antica rocca in luogo di culto. Il terribile bombardamento del 23 gennaio 1944 provocò oltre a morti e feriti e distruzioni lo spopolamento dell’abitato, con la maggior parte dei residenti, attualmente poco meno di 100, svolgevano attività di pastori lungo i boschi degli Appennini. Il paese si ripopola nel periodo estivo, in particolare a Ferragosto, nella ricorrenza del Santo Patrono San Massimo Dariex, in occasione della Festa della Pupazza, un grosso fantoccio dalle forme femminili, che dopo aver sfilato per le strade dell’abitato viene bruciato sul sagrato della chiesa.